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Cinema, televisione e media digitali. Intervista ad Alberto Farina

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Il successo del festival di Sanremo, sia a livello di ascolti che di successo sui canali social, spinge noi osservatori a rintracciare i contorni del nuovo ecosistema televisivo, analizzandone l’evoluzione attraverso l’analisi dell’ibridazione in corso tra mezzi e linguaggi.

A parlarci del rapporto tra cinema, televisione e media digitali abbiamo invitato Alberto Farina, consulente alla programmazione per Rai Movie, noto per l’utilizzo di una piattaforma come Periscope a supporto dei programmi in onda.

I: Ci parli di lei e del suo ruolo. Chi è Alberto Farina 

AF: Mi chiamo Alberto Farina, sono uno che si occupa di cinema. Ho sempre fatto questo da quando ancora studiavo. Sono laureato in legge, però finito il liceo ho iniziato a scrivere di cinema dove potevo.

Collaboro con Rai Movie come consulente alla programmazione, questo significa scegliere i film che sono in catalogo e collocarli nel palinsesto nelle fasce orarie che più mi consentono di fare gli ascolti che mi vengono richiesti. Perché da un canale come Rai Movie ci si aspetta un certo ascolto, e per farlo devo operare con quello che c’è in casa.

I lavori sono due; il primo è vedere cosa c’è in catalogo e collocarlo in modo da massimizzare gli ascolti, accanto a questo c’è un lavoro di consulenza sulla selezione delle cose che potrebbero venire acquistate.

Lavoriamo anche sul cercare di avere delle copie migliori, sul far rispettare i formati, perché spesso in televisione si passano dei film che sono concepiti per una forma di schermo, quindi si devono operare dei tagli, o cercare di sostituire le copie di definizione pessima.

I: Quali sono le differenze tra i film di ieri e i film di oggi, a livello tecnologico e di contenuto. 

AF: Dovremmo fare un po’ di storia del cinema, perché ieri vuol dire 110 anni di storia.

Rispetto a ieri cambia il linguaggio, cambia il contesto culturale, cambia quello che puoi esprimere e il modo in cui puoi esprimerlo. A livello tecnologico il passaggio dal muto al sonoro ha rivoluzionato tutto, così come – in maniera meno accentuata – il passaggio dal bianco e nero al colore.

In realtà è cambiato tutto e non è cambiato niente; c’è questo patto tra, lo spettatore sta seduto e guarda, fingendo che ciò che appare sia vero perché molto simile a quello che è vero.

Si potrebbe provare a definire il cinema come una narrazione per immagini che non è interattiva, a differenza della televisione che ha un livello maggiore di interattività. Per me il film che vedi in televisione o sullo schermo del cellulare è sempre il ricordo del film che è stato, per me il film è pensato per il cinema. Però a Rai Movie abbiamo trasmesso film che sono stati concepiti per una fruizione sul web.

I: Cinema e televisione sono due media apparentemente inconciliabili tra loro? Esiste una formula perfetta per fruire di un’opera cinematografica all’interno dello schermo televisivo? 

AF: Se sei a casa ci sono mille distrazioni, arriva sempre più sullo spettatore la decisione di come somministrarsi la fruizione del film. In una sala ti siedi, si spengono le luci e sei lì solo con l’esperienza che vedi sullo schermo.

La formula dovrebbe essere – considerando che il film è una cosa che si percepisce e apprezza in un determinato lasso temporale – rispettare il più possibile i tempi della visione.

I: Cinema, Televisione e Media digitali. Rai Digital sta facendo enormi passi in avanti nella ridefinizione dell’ecosistema televisivo. Qual è il ruolo di Rai Movie in questa fase di trasformazione? 

AF: Rai Movie se vogliamo è una televisione vecchia, non viene incontro al bisogno degli spettatori di costruirsi da soli il proprio palinsesto. Quindi in questo senso Rai Movie fa un lavoro di retroguardia.

La selezione editoriale però è importante, e il ruolo di un canale come Rai Movie è proporti un film allo stesso livello della programmazione degli altri canali in prima serata, scelto per te con un criterio preciso, tale da instaurare un rapporto di fiducia tra l’emittente e lo spettatore.

Netflix ti responsabilizza, perché decidi tu cosa e quando vuoi vedere un determinato contenuto. Mi accorgo che questo crea una certa ansia, perché nel momento in cui hai la scelta di tutto diventa più difficile scegliere, per questo motivo avere un canale come Rai Movie è importante, perché fa una selezione editoriale. La selezione che fa Netflix è basata sostanzialmente su algoritmi.

albertofarinaperiscope

I: La pratica di utilizzare i canali social per interagire con un contenuto televisivo è ormai abituale. Rai Movie è attiva sul fronte social tv? 

AF: Io sono un appassionato di social network, appena ne esce uno mi iscrivo e successivamente provo a capire a cosa può essermi utile. Sono contrario a tutte le modalità di commento in diretta, che su un film secondo noi hanno poco senso.

I social li utilizziamo per segnalare le cose che trasmettiamo, con un metodo che è più vicino alla propaganda rispetto all’interazione.

L’attività sui social relativa ad un film non arrivo a dire che è inversamente proporzionale agli ascolti, ma spesso è così. Può esserci un uragano di tweet sul tuo film e poi a vederlo sono stati in pochi. Non puoi dire quindi che ad un successo sui social corrisponda un numero alto di telespettatori.

L’interazione però è preziosa perché attraverso i presidi social riceviamo un feedback che non è relativo agli ascolti, e da redattore del canale se ricevo delle critiche voglio ascoltarle per cercare di migliorare il nostro prodotto. Possiamo utilizzare la passione di quelli che ci seguono, e questo serve molto ad instaurare un rapporto di fiducia.

In moltissimi casi grazie ai social abbiamo saputo di errori che facevamo e non eravamo in grado di controllare perché siamo in pochi. Ti vengono segnalate delle cose di cui non conosci l’esistenza, e quando puoi poni rimedio.

I: Lei è noto per l’utilizzo di Periscope come piattaforma di supporto nella divulgazione dei contenuti in programmazione su RaiMovie. In che modo la utilizza e perché. 

AF: Con Periscope mi sono chiesto: che fai? cosa fai vedere? Ho cominciato a giocarci facendo vedere i gatti, o me che andavo a spasso per la città; tanto per cominciare a capirne l’utilizzo. Poi ho pensato: io ogni giorno ho un palinsesto, visto che l’ho creato io insieme ad un collega, posso dare qualche consiglio o dritta per la visione. Posso fare quello che una televisione non può fare, perché in tv appena metti qualcuno a fare una cosa del genere la gente scappa perché vuole vedere il film, non le presentazioni.

Questa cosa non si sovrappone alla programmazione, perché noi facciamo solo film, ma chi vuole può avere qualche indicazione in più tramite Periscope. Si tratta però di una cosa che faccio io come Alberto Farina, che incidentalmente collabora con Rai Movie; sapevo quindi di poter contare ogni giorno su dei contenuti nuovi.

La cosa bella di Periscope è che si tratta di interazione vera, perché nel momento in cui tu parli c’è chi vede e commenta in diretta, quindi diventa in qualche modo coautore della cosa che stai facendo.

Una cosa curiosa è che nel tempo ho accumulato followers, ma il numero di persone che mi segue con assiduità è costante. Su Periscope ti vede solo chi vuole e tu ti esprimi come meglio credi.

Periscope è una piattaforma in evoluzione, e al suo interno esistono un’infinità di formati possibili, da individuare in mezzo al 98% di persone che si limitano ad utilizzarla come se fosse una chat.

I: Come vede Rai Movie tra cinque anni

Credo che in Rai ci sia già una tendenza a superare l’idea del palinsesto rigido, che io credo debba comunque rimanere, perché tra cinque anni saranno ancora tanti quelli che accenderanno la tv per vedere cosa c’è in programmazione, ma i film devono essere resi disponibili sempre.

L’esigenza è quindi mantenere una griglia di palinsesto perché questa ti da una riconoscibilità editoriale, ma che questa diventi una guida alla possibile fruizione negli orari che più ti aggrada su Rai Replay.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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