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#SocialFace. Quando la tv ingloba il web.

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Otto youtubers, una casa tipicamente Nerd e una console. Questi gli ingredienti del nuovo format Webstarschannel, che ibrida web e tv in un esperimento innovativo.

Roma – Dell’ibridazione di formati e linguaggi tra la tv e il web ne abbiamo parlato più volte (soprattutto qui e qui), ma non abbiamo mai assistito ad una produzione televisiva che riuscisse a praticare in maniera esplicita il gioco della rimediazione, almeno fino ad oggi.

Web Stars Channel, società di consulenza con properties esclusive, specializzata nel creare connessioni tra i creatori di contenuti e i Brand, ha deciso di mescolare la conoscenza del linguaggio web e la comprensione delle abitudini di fruizione delle generazioni Y e Z, per creare un format capace di intercettare le nuove generazioni anche spostandosi su un altro media. Il prodotto prende il nome di #Socialface, e ieri abbiamo assistito alla prima puntata.

#Socialface va in onda su SkyUno, il Lunedì e il Giovedì alle 19.40, e la puntata di ieri è stata trasmessa in contemporanea sul sito di Sky e in tv, per testimoniare la volontà di agganciare il pubblico target nell’ambiente che presidia maggiormente, con l’obiettivo dichiarato di condurlo verso una nuova esperienza di fruizione.

Il format si compone di sfide a colpi di gameplay e provocazioni al limite delle capacità fisiche, in una struttura che testimonia la profonda conoscenza dei gusti e delle abitudini della generazione Z. Le performance messe in scena dalle otto star del web più acclamate, ossia Favij, Stepny, Greta Menchi, Simone Paciello, papà Vegas, Anima, Surreal Power e Francesco Posa, sono inscenate in maniera naturale, perché sono proprio quelle che un ragazzo di quell’età farebbe con i propri amici.

 

Entrando nell’alveo delle opinioni personali ho notato che è ricorrente l’innesco di situazioni divertenti e capaci di incollare allo schermo anche uno come me, etichettabile all’interno della generazione Y. La cosa mi è sembrata inusuale, visto l’enorme divario culturale che caratterizza la mia età anagrafica (28) rispetto a quella dei protagonisti. Le mie sensazioni sono però state confermate dalle conversazioni condivise sui social, a riprova del fatto che in questo primo appuntamento l’esperimento è riuscito.

#Socialface si pone come un buon compromesso tra i tempi tipicamente televisivi e il linguaggio e le dinamiche del web. I creatori di contenuti impegnati nella realizzazione del prodotto non mostrano solo l’estro e l’energia tipici della loro giovane età, caratteristica che li renderebbe disprezzabili ad un pubblico maturo, ma si presentano come fini intrattenitori, pronti ad aspirare ad un ruolo centrale all’interno del tubo catodico.

Una sola puntata non è sufficiente a testimoniare il successo di un format, e la trasmissione gratuita in contemporanea sul web può aver viziato i dati. Attendiamo il secondo appuntamento per trarre le giuste conclusioni.

 

 

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