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Orphan Black is the new club

Pratiche di fandom nell’era dei cloni

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Tante, forse troppe, le lacrime versate dai fan per il  finale di stagione di Orphan Black. Sono state lacrime di gioia, amare ma anche qualche perplessità. Forti emozioni hanno riguardato la storia d’amore più complicata di sempre, quella tra Delphine e Cosima. Finalmente ritrovate, ma in un contesto non troppo favorevole per la loro relazione. Sarah Manning rimane ferita sull’isola e Rachel conquista di nuovo il potere. Questo è solo un sunto di quella che è stata la quarta stagione di Orphan Black. Ma facciamo un passo indietro, di circa tre anni:

Orphan Black è una serie tv nata nel 2013 in Canada, prodotta dalla BBC America e ideata da Greane Manson e John Fawcett. La storia, di genere sci-fi, è incentrata su Sarah Manning, una ragazza orfana che assume l’identità di un’altra donna, suicidatasi davanti ai suoi occhi. La particolarità alla base della narrazione, è che la donna suicida è fisicamente uguale a Sarah, che scoprirà nel corso della narrazione di essere il frutto di un esperimento di cloni. Deciderà quindi di indagare sulla sua vita e su chi ha condotto l’esperimento con l’aiuto delle sue “sestra” Cosima, Alison e, in un secondo momento, Helena. Subentrano, nel corso della storia, altri cloni come Rachel, MK e Crystal, fondamentali per scoprire la verità sugli esperimenti e sul progetto Leda.  Ognuno di questi cloni possiede delle caratteristiche diverse: Sarah Manning è la ragazza ribelle e rocker, che abbandona sua figlia Kira, il fratellastro Felix e la signora S per scappare con un uomo. Cosima è la scienziata che entrerà per prima nel mondo della “neoluzione” conoscendo Delphine, la donna della sua vita. Alison è la classica casalinga che si occupa delle feste di quartiere, della casa e dei suoi figli. Insieme a suo marito Donnie saranno coinvolti nelle avventure dei cloni ed entreranno a far parte della criminalità organizzata, commettendo un serie di sfortunati illeciti.

A parte la trama molto ricca e complicata, il fattore sorprendente è stato vedere come, in questi anni, si sia evoluto il fandom di Orphan Black: sempre più  attivo è riuscito, grazie all’aiuto della BBC e pagine fandom non ufficiali, a creare un universo narrativo a tratti transmediale. Il Clone Club, il nome ufficiale del fandom di OB, è una delle community attualmente più coesa attorno ad un prodotto mediale. Qui non si tratta solo di partecipazione attiva, ma di una presa di coscienza che si può essere una comunità soprattutto condividendo gli stessi valori morali, etici e sentimentali che gravitano attorno a una sere tv. Orphan Black e il suo fandom sono riusciti a creare tutto questo.

Oltre alla complessità della serie e alla capacità attoriali da “Paradigma di Zelig” di Tatiana Maslany, interprete di tutte le ragazze del Clone Club, uno dei punti di forza della fiction deriva soprattutto dall’attività di un fandom partecipe e creativo. In quest’ultima stagione, soprattutto, i fan hanno dimostrato un attaccamento ai personaggi, principali e secondari, che va ben oltre la semplice passione per la serie. Uno dei casi più eclatanti è avvenuto in occasione del lancio della quarta stagione: la BBC ha pubblicato il primo poster di Orphan Black, l’immagine rappresenta una ragazza con una maschera da pecora. Nonostante  ancora non si fosse a conoscenza del fatto che quella ragazza sarebbe stata MK, un nuovo clone, i fan si sono entusiasmati a tal punto da presentarsi alla premiere indossando la maschera da pecora caricata sul sito della BBC.

In seguito al lancio, ogni episodio è stato sponsorizzato dall’uscita di un poster ufficiale attraverso il quale, con le varie immagini raffigurate, si dava una sorta di spiegazione della puntata in arrivo. La collaborazione tra BBC e appassionati della serie è stata molto proficua, i fan si sono dimostrati in perfetta sintonia tra loro: la BBC ha lanciato varie iniziative come la maschera da pecora, poster e immagini inedite della serie, ricevendo un feedback più che positivo dalla comunità fandom di OB, la quale condivideva, rendendo virali, i contenuti della casa di produzione.

POSTER 4X1

Cerchiamo ora di capire quali sono stati gli elementi fondamentali che hanno permesso la nascita del Clone Club. Innanzitutto Sarah Manning rappresenta l’aspetto della ribellione insito nella natura umana: la ragazza fuori dagli schemi, imprevedibile, sempre pronta a mettere a rischio la propria vita. Questa sua imprevedibilità, ma anche il rapporto amorevole con sua figlia Kira, fa sì che si crei una forte empatia tra la protagonista e i fan che, in qualche modo, si sentono coinvolti emotivamente e, riferendoci ai Millenials, anche rappresentati. Per non parlare poi della storia d’amore tra Cosima e Delphine. L’interrogativo più preoccupante di questa quarta stagione è stato proprio la presenza o meno di Delphine all’interno della narrazione. Per un anno, a partire dal finale della terza stagione, molti fan hanno utilizzato l’hashtag #SaveDelphine, facendolo diventare virale all’interno della comunità. Questo dubbio è stato portato avanti fino alle ultime puntate, tant’è che, nell’entrata in scena di Delphine, l’attrice stessa ha pubblicato un tweet con scritto “Mi siete mancati”. Un po’ come quando Kit Harrington, nei panni di John Snow in Game of  Thrones, dopo essere resuscitato, chiese scusa a tutti i suoi fan.

Tweet Delphine

La coppia Cosima/Delphine, che i fan amano chiamare “Cophine”, è un elemento fondamentale all’interno di OB: rappresenta LA storia d’amore intensa ma, al tempo stesso, l’impossibilità di vivere una vita felice insieme.  L’omosessualità, in questo caso,  gioca un ruolo chiave dal punto di vista del fandom: oltre alla coppia saffica “Cophine”, c’è la storia Felix, ragazzo gay ed estremo, che, nonostante sia un personaggio secondario, riesce a trovare ampio spazio nella narrazione grazie ai tratti carismatici donatigli dagli autori: un carattere forte e spesso ironico. I fan hanno associato degli elementi di Orphan Black con alcuni di Orange is the new black, creando “Orphan is the new black”. Orange is the new black è una serie tv Original Netflix, ambientata in un carcere federale femminile che vede protagonista Piper Champan, in prigione per aver commesso degli illeciti assieme alla sua fidanzata Alex Vause, anche lei in carcere. Nonostante la rottura iniziale, continueranno la loro storia d’amore durante la reclusione.

Oggi le comunità fandom non sono solo appassionate ed esperte di un prodotto televisivo ma cercano di espandere la propria conoscenza il più possibile sia superando i confini legati al singolo contenuto mediale, che rende evidenti delle analogie e delle tematiche comuni, sia scavando la superficie dell’oggetto di fandom per cercare i significati secondari del testo in questione.  In questi due prodotti culturali si possono osservare tematiche comuni come l’omosessualità femminile, che, però, viene affrontata in due modi completamente diversi: Orphan Black narra la storia d’amore tra Delphine e Cosima concentrando l’attenzione soprattutto sulla “relazione complicata”; in Orange is the new black invece vengono presentati una serie di stereotipi che abbracciano l’intero mondo saffico. La tematica che però emerge in maniera più forte e decisa e che accomuna le due serie è, traslando lo studio di Vogler, “Il viaggio dell’eroina”: in entrambi i contenuti mediali vengono presentate donne forti, emancipate e libere, che non hanno bisogno di una figura maschile, di un eroe, per affrontare il loro viaggio, ma sono totalmente autonome e in grado di portare a compimento l’arco di trasformazione caratteriale e di completare il loro viaggio.

Orphan is the ner black graf

Questo continuo scivolamento dei significati  da una serie tv a un’altra operato dai fan introduce un’altra tematica: la transmedialità. Per utilizzare le parole di Henry Jenkins: “Most often, transmedia stories are based not on individual characters or specific plots but rather complex fictional worlds which can sustain multiple interrelated characters and their stories”. Unendo elementi finzionali e significati di serie diverse, i fan di Orphan Black sono riusciti ad unire due narrazioni, creando però un unico fandom attivo e appassionato, in perfetta sintonia con i protagonisti della serie tv e con la casa di produzione. Un universo narrativo dunque, dove produzione semiotica, testuale e enunciativa sono all’ordine del giorno, creando ciò che Fiske definisce economia culturale.

Non ci rimane altro che aspettare la prossima stagione che, con ogni probabilità, sarà l’ultima.

A cura di Silvia Iacoboni

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