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Giù dal divano! La tv si guarda in Bus.

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Il tempo a nostra disposizione per la fruizione di contenuti è sempre minore rispetto all’immensa mole di materiale visionabile. Come sempre la tecnologia e l’ingegno umano hanno trovato una soluzione.

Roma – Faccio caso sempre più spesso ai tempi morti che hanno le nostre giornate, soffermandomi ad osservare tutte le teste chine sugli smartphone o qualsiasi altro dispositivo a schermo che mi si parano davanti. Alcune volte mi capita d’incontrare qualcuno che in mano ha un libro, ma il più delle volte è impresso su un display.
La “rivoluzione digitale” fa scorrere giornalmente davanti ai nostri una mole sconfinata di informazioni, fino al punto da generare in tutti noi uno stato di angoscia perenne, che ci porta a leggere e visionare contenuti di ogni tipo senza prestare particolare attenzione a nulla.
La diffusione delle reti 4G, unita all’aumento esponenziale delle applicazioni mobili che consentono la fruizione di un contenuto televisivo su qualsiasi superficie a schermo, ha favorito l’emersione di una nuova pratica di consumo, definito on-the-go.

Secondo la ricerca condotta e pubblicata da ROVI Corporation sugli abbonati ai servizi Pay tv e OTT residenti in Asia, Europa e Stati Uniti il vecchio stereotipo della “couch potato” è morto e sepolto.

Lo studio – terza fase di un’analisi divisa in tre parti – ha analizzato le tendenze e le abitudini di consumo relative ai contenuti in streaming, e dai risultati è emerso che il 60% degli intervistati li guarda quando si trova in auto o sui mezzi pubblici, mentre meno della metà (29%) sul posto di lavoro.

Dallo studio emerge quindi che il tempo dedicato al consumo di contenuti d’intrattenimento non si contrae, bensì si espande e frammenta. L’unico a contrarsi sembra essere il tempo da dedicare alla scelta di un singolo contenuto, asserzione che fa accrescere il valore delle piattaforme di aggregazione.

Analizzando i dati con riferimento alla nostra nazione possiamo inquadrare il fenomeno alla luce di alcune importanti limitazioni strutturali, che sono in corso di risoluzione.

La diffusione della tecnologia Wi-Fi gratuita all’aperto e nei luoghi pubblici è piuttosto scarsa, ma alcuni ISP come Vodafone e Fastweb stanno operando per colmare il divario.

Chi non può affidarsi alla tecnologia Wi-Fi è costretto a fronteggiare un’importante limitazione relativa al traffico internet dal proprio smartphone. In Italia nessun operatore mette a disposizione dei clienti una tariffa flat per il traffico dati; gli utenti avrebbero quindi la possibilità di visionare un contenuto per pochi minuti.

Queste considerazioni, se analizzate alla luce dei dati emersi dallo studio sopracitato – dal quale emerge che il 48% degli intervistati afferma di visionare contenuti televisivi in modalità live, seguiti dal 30% che si limita alla visione on-demand – invitano i Broadcaster a riconfigurare la propria offerta, adattando le varie produzioni alla fruizione su diverse superfici a schermo.

 

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