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Netflix is the New Black

Nuovi modelli di produzione e distribuzione di contenuti originali

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“È il primo giorno di febbraio del 2013, data di fondamentale importanza non per qualche ricorrenza religiosa o per una delle tante occasioni di imminente fine del mondo. Quel giorno esce House of Cards, prodotto da Netflix. La particolarità di questo serial non è tanto il cast (Kevin Spacey, Robin Wright), la struttura o il calibro del regista (David Fincher). Il vero elemento innovativo è la messa in onda: i tredici episodi vengono inseriti nella programmazione come un blocco unico. Così viene ufficializzato il binge watching.” Questa è in parte un’altra storia. Oltre alle pratiche di fruizione House of Cards è importante perché segna una nuova direzione che Netflix vuole dare alla propria produzione seriale. Aveva iniziato nel 2012 con Lilyhammer, serie low-budget che aveva riscosso un discreto successo di pubblico.

Con House of Cards invece si punta subito molto in alto, si cancella con fermezza la schiavitù della puntata pilota e si mette sul tavolo una ingente cifra per la realizzazione.  Questa scossa forte al sistema di produzione dà il via a una nuova concezione di serialità: di alta qualità (dimostrato dal successo di critica e dagli Emmy Awards vinti), che generi fenomeni di culto (“Orange is the new fetishism” è il motto dei fan di Orange is the New Black), che sia scissa dal palinsesto e dalla programmazione settimanale (come ho ampiamente dibattuto nel precedente articolo). Perché allora compiere questa scelta così azzardata? Cindy Holland, head of original content di Netflix, ha così motivato questa sua posizione a Wired nel 2014: “Abbiamo parlato subito del nostro desiderio di non buttare soldi negli episodi pilota perché, anche se [una serie] è meno perfetta di quanto vorremo, almeno esiste un’intera stagione da offrire agli utenti e ci sarà sempre gente che la amerà. Credo che non modificheremo la nostra strategia.”

Orange_is_the_New_black

La serie viene quindi prodotta per intero, senza verificare prima il gradimento del pubblico attraverso il pilot. Si conclude direttamente tutta la serie, con circa 100 milioni di dollari per quanto riguarda House of Cards. Grande rischio uguale grande fallimento, avranno pensato i concorrenti. E invece gli effetti sono stati poi tuttaltro che disastrosi (a parte una piccola oscillazione iniziale dovuto all’ingente somma di denaro mossa),  nel quarto timestre del 2013 Netflix ha incassato 48 milioni di dollari, contro gli 8 dell’analogo periodo del 2012, e aumentato i ricavi passando da 945 milioni a 1,18 miliardi di dollari. Inoltre il 2013 ha segnato il sorpasso del numero di abbonati a Netflix sul colosso della pay tv statunitense HBO.

In questa ottica nuova anche la struttura base delle serie, a livello di stesura del testo cambia notevolmente. Si denota subito la scarsità di recaps e invece si insiste molto sul cliffhanger, cioè l’interruzione brusca della narrazione in corrispondenza di un colpo di scena. I frequenti rimandi agli episodi precedenti sono oggettivamente molto efficaci in un contesto distributivo che prevede la logica del palinsesto e il rilascio delle puntate dilazionato nel tempo, per appuntamenti fissi. Nel momento in cui la serie viene proposta allo spettatore in un blocco unico, questo espediente perde in parte la sua efficacia, visto che si possono guardare più episodi in successione. Ci si affida piuttosto a una interruzione brusca della puntata in un momento di particolare suspence, al fine di creare un grado massimo di attesa nello spettatore e di guidarlo con naturalezza alla puntata successiva (favorendo appunto il binge watching).

Facendo tesoro di questo modello produttivo e distributivo l’offerta di Netflix si è notevolmente ampliata, arricchendo il proprio catalogo di nomi importanti come i fratelli Wachowski (Sens8) e di un fruttuoso accordo con Marvel, che porterà sul piccolo schermo altri due supereroi, Iron Fist e Luke Cage, oltre ai già celebri DareDevil e Jessica Jones. Prossimamente vedremo inoltre il ritorno di prodotti storici come Gilmore Girl’s, Black Mirror e Una serie di sfortunati eventi, nonché la quarta stagione di House of Cards (uscita prevista a marzo 2016). Tutto questo proliferare di serie tv significa che il modello funziona bene, così bene da spingere Netlfix a raddoppiare i propri contenuti originali nell’anno a venire.

 

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