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Fenomenologia del binge watching

Il binge watching secondo Netflix, da pratica nerd a fenomeno mainstream

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È il primo giorno di febbraio del 2013, data di fondamentale importanza non per qualche ricorrenza religiosa o per una delle tante occasioni di imminente fine del mondo. Quel giorno esce House of Cards, prodotto da Netflix. La particolarità di questo serial non è tanto il cast (Kevin Spacey, Robin Wright), la struttura o il calibro del regista (David Fincher). Il vero elemento innovativo è la messa in onda: i tredici episodi vengono inseriti nella programmazione come un blocco unico. Così viene ufficializzato il binge watching. Questo evento rompe completamente gli schemi della serialità e del palinsesto televisivo, dando vita ad un nuovo modo di concepire i serial, svincolato dall’appuntamento settimanale, dall’attesa dell’episodio seguente, dalla visione collettiva.

Nelle scorse settimane abbiamo a lungo parlato di Netflix, soprattutto per quanto riguarda il catalogo e la user experience, ma abbiamo in parte tralasciato la questione delle pratiche di fruizione. Tecnicamente cos’è il binge watching? Quella che in italiano chiamiamo “maratona di visione” indica l’atto di guardare tre o più episodi di una serie televisiva nello stesso giorno. Questa pratica esiste da molto tempo, da quando sono disponibili i cofanetti di intere stagioni delle serie tv e si è rafforzata grazie al Web e alla pirateria. Un altro fattore che ha favorito la diffusione del binge watching è TiVo, un set top box digitale che riconosce autonomamente le puntate delle serie tv che ci interessano e le registra anche a tv spenta. Il 25 giugno 2014, l’azienda che produce questo “magico marchingegno” ha pubblicato una ricerca a riguardo, la TiVo Spring 2014 Binge-Viewing Survey. Il questionario è stato sottoposto a circa 15mila persone per capire quali sono le serie tv che attivano maggiormente questa pratica di fruizione, come e perché gli utenti la utilizzano.

Super Binge Beahaviour

Uno degli aspetti sui cui questa ricerca ha posto l’accento è la visione di una intera stagione in pochi giorni, definita “super-binge activity“. È emerso che tre quarti degli intervistati dichiarano di praticare regolarmente il super binge watching per vedere le serie televisive. La ragione principale per cui gli utenti sostengono di farlo è il mettersi in pari con le stagioni perse. Il 46% degli intervistati afferma inoltre di utilizzare proprio la piattaforma di Netflix per vedersi la stagione di una serie tv per intero.

Una bella fetta, quasi un terzo, dei rispondenti al sondaggio TiVo racconta di aver scelto di non guardare una serie tv in diretta, settimana dopo settimana, per potersi dedicare comodamente al binge watching quando la stagione è già conclusa. Per quanto riguarda i contenuti specifici la top three vede al primo posto Breaking Bad (il 35% di chi ha risposto al sondaggio dice di aver visto in binge watching l’intera serie), al secondo proprio House of Cards (29%) e al terzo Trono di Spade (25%).

TiVo_most_popular_serial

Con House of Cards Netflix ha posto un freno alla cultura dell’attesa nella visione, dando la possibilità all’utente di prendere un qualsiasi contenuto, vederlo dove (placeshifting) e quando (timeshifting) vuole, aggiungendo infine un ulteriore elemento, quello della quantità. Facendo propria una pratica tipica della pirateria, Netflix è il primo soggetto producer che mette a disposizione dell’utente la facoltà di scegliere quanti episodi guardare di una serie tv, a seconda delle proprie esigenze e tempistiche o anche banalmente del mood della giornata.

Tutto questo ha ovviamente delle ripercussioni sulla visione collettiva, perché la pratica del binge watching si adatta molto più facilmente a dei momenti di fruizione dei contenuti del tutto intimi e personali, scissi dalla “collettivizzazione” della visione  tipica dell’appuntamento fisso. In conclusione il merito forse più grande di Netflix non è tanto quello di aver creato da zero una nuova pratica, ma quello di averla “normalizzata”, trasformando il binge watching da fenomeno riservato ai fan “nerd e sfigati” a pratica mainstream.

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