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Contenuti digitali. Chromebit e lo strapotere del telecomando.

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Pochi centimetri di spessore e un enorme potenziale tecnologico; sono questi i numeri di Chromebit, chiavetta made in Google che promette di trasformare per sempre il nostro modo di intendere un personal computer.

Roma – Per comprendere al meglio questo articolo fisseremo due bullet point, che funzioneranno anche da paradigma interpretativo dell’era tecnologica moderna: fluidità e mobilità.

Ogni giorno, in qualsiasi luogo ci troviamo, abbiamo con noi un dispositivo che ci mantiene costantemente attivi online, permettendoci di ottenere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. I nostri dispositivi a schermo assolvono la funzione di oracoli moderni, pronti a fornirci in tempo reale tutte le risposte.

la tecnologia touch della quale sono il più delle volte dotati non li rende però adatti a svolgere operazioni complesse, che richiedono l’intervento di un mouse e una tastiera; qui interviene chromebit, dispositivo che funge da personal computer a tutti gli effetti, con l’unica eccezione di essere tascabile.

La chiavetta, connessa ad un qualsiasi monitor o schermo televisivo, assolve alle funzioni di un vero e proprio pc, con tutte le funzioni che un dispositivo desktop consente di avere.

Attraverso Chromebit gli utenti possono tranquillamente entrare all’interno dell’ecosistema Google. 

Il dispositivo definisce una netta linea di continuità dell’esperienza attivata sul proprio dispositivo mobile, esasperando il paradigma della fluidità e della mobilità.

Tornando ad argomenti più attinenti a questo sito Chromebit potrebbe marcare una netta linea di continuità tra contenuti digitali fruibili su uno schermo televisivo e quelli visionabili su un personal computer.

I Broadcaster più accorti e preoccupati della futura distribuzione dei contenuti hanno introdotto il concetto di “fluid wieving” per identificare la continuità dell’esperienza online, che rimbalza senza soluzione di continuità tra superfici di primo e secondo schermo.

A sfruttare a pieno questo nuovo paradigma è stata Netflix, che consente di visionare i propri contenuti preferiti su qualsiasi dispositivo, riprendendo la visione nel punto esatto in cui era stata interrotta.

Il mondo televisivo su questo fronte si divide tra stoici ed epicurei, i primi intenti ad ignorare le nuove abitudini di consumo occupando in logica push tutti i canali a propria disposizione, con l’intenzione dichiarata di spingere i pubblici a fruire dei propri contenuti seguendo una rigida schedulazione; gli altri invece pronti ad assecondare le pulsioni delle nuove audience, confezionando un catalogo sempre più basato sui reali interessi e abitudini di consumo.

Ci troviamo di fronte ad una nuova concezione di esperienza televisiva, sempre più personalizzata e mobile, destinata a destrutturare il concetto di palinsesto.

E’ la rivoluzione del telecomando, inteso come strumento a disposizione dei pubblici per spaziare nell’odierno scenario mediale, caratterizzato da un’esplosione dei contenuti.

 

 

 

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