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Quando È Arrivata la Felicità…

Una fiction articolata capace di richiamare diversi generi narrativi, interpellare lo spettatore e sperimentare nuove linee narrative oltre lo schermo tv.

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Nel 2008 fu “Tutti Pazzi per Amore” la fiction di prima serata volta a “svecchiare” la solida tradizione televisiva della commedia familiare e ad avvicinare così alla prima rete nazionale target demografici più giovani e più istruiti. Sette anni dopo, reduci del successo di “Tutti Pazzi per Amore” e “Una Grande Famiglia”, Ivan Cotroneo (sceneggiatore) e Riccardo Milani (regista) tornano sulla rete ammiraglia della Rai con È Arrivata la Felicità, un esperimento originale e un nuovo tentativo di “modernizzazione” nel panorama abbastanza incolore della fiction generalista italiana.

Prodotta da Publispei, con un cast d’eccezione capitanato da Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria, la nuova fiction Rai in onda nel prime time di giovedì sera racconta una storia che non brilla per originalità, ma che coltiva tratti peculiari e innovativi in una struttura narrativa complessa e articolata. Orlando, architetto, padre di un adolescente e di un bambino, abbandonato da una moglie fedifraga incontra Angelica, vedova in procinto di risposarsi e con due gemelle adolescenti dal carattere opposto. A fare la differenza sono qui i molti intrecci che coinvolgono storie e personaggi diversi, permettendo allo spettatore di seguire non solo le due famiglie principali (Mieli e Camilli), ma anche gli altri protagonisti nei rispettivi contesti (narrazione corale). E così ci sono i genitori anticonformisti di Orlando, la sorella omosessuale e incinta di Angelica, Francesca la collega sfortunata in amore e Nunzia l’appariscente segretaria napoletana che farà perdere la testa al fratello di Orlando.

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L’innesto di elementi innovativi conferisce alla fiction l’idea di un prodotto articolato e multistrandcapace di richiamare diversi generi narrativi (workplace comedy, teen-drama), interpellare lo spettatore e sperimentare nuove linee narrative per integrare l’esperienza di visione con contenuti associati sul second screen.

Spesso il racconto è interrotto dal flusso dei pensieri e delle emozioni che coinvolgono il personaggio, mettendo in scena situazioni oniriche che prendono il posto, per un breve istante, della narrazione consequenziale, proiettando lo spettatore nell’universo immaginario del protagonista e nelle sue fantasie più sfrenate. Non è un caso, infatti, che Gianluca, il marito defunto di Angelica, torni spesso nei panni di “fantasma” consigliere nonostante sia solo il frutto della sua immaginazione, o che Orlando, nei primi episodi, si svegli ogni mattina accanto a Claudia, l’ex moglie fuggita in Germania. Un altro elemento sono le incursioni ricorrenti di finte interviste, che vedono principalmente Orlando e Angelica (talvolta anche gli altri personaggi) raccontare la storia. Questo elemento introduce lo spettatore su un’altra linea narrativa e temporale, presumibilmente quella presente e attuale, dove i due protagonisti, ciascuno nel proprio habitat lavorativo, raccontano a un interlocutore “assente” le vicende ormai trascorse attraverso i propri punti di vista. Ogni puntata della serie è inoltre intitolata rispettando la medesima formula per ciascuno dei 24 episodi, (Quando mi hai abbracciata; Quando non capivo cosa avessi; Quando mi hai tirato uno schiaffo …) enfatizzando la narrazione omodiegetica dei due protagonisti.

Un terzo elemento, poi, è l’estensione dell’universo narrativo centrale che rende questo prodotto una fiction modulare in grado di coinvolgere il pubblico, in questo caso quello più giovane, attraverso piattaforme alternative: la Rai ha infatti lanciato nella settimana precedente la messa in onda della fiction (giovedì 8 ottobre) due web series, entrambe ideate da Ivan Cotroneo, Come sopravvivere ad una sorella str***a e Come diventare popolari a scuola. Entrambe sono pubblicate sulla piattaforma digitale Ray (ne parliamo qui) e raccontano, la prima le continue discussioni fra le gemelle figlie di Angelica, e la seconda, invece, il tentativo di Umberto, primogenito di Orlando di emergere fra i banchi di scuola. Sono strutturate come tutorial narrativi e hanno lo scopo di espandere il testo centrale e amplificare la popolarità e il valore del prodotto, alimentando fenomeni di engagement e viralizzazione atti a generare passaparola e intercettare nuovi pubblici. La circolazione virale sui social network sites può infatti, incuriosire nuovi utenti, che interessati a ciò che accade nelle web series, spostano la propria attenzione anche sul prodotto principale, approcciandosi a un tipo di contenuto che non avrebbero originariamente considerato.

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Nel complesso la scelta di trattare separatamente tematiche d’interesse giovanile, coltivando un terreno frequentato assiduamente dalla fascia dei più giovani, ovvero il mondo digitale, si presta coerentemente all’esigenza della Rai d’intercettare un nuovo tipo di pubblico. Accanto alle due web series, su Ray è presente una sezione interamente dedicata alla fiction, con contenuti extra, anteprime, backstage, interviste doppie, momenti cult, e gli episodi della serie, offrendo così al pubblico un’opportunità di coinvolgimento che può essere intesa come un’ “interfaccia” attraverso la quale lo spettatore-utente può sperimentare una molteplicità di touchpoint collegati al prodotto originale.

Anche i canali social sono infatti assiduamente utilizzati per mantenere vivo l’interesse del pubblico e sollecitare gli utenti a un’interazione che va oltre la semplice visione televisiva; come l’iniziativa #mappadellafelicità, attraverso la quale l’utente può registrarsi e contrassegnare nella mappa il luogo dove è stato felice, inserendo una descrizione, una foto ed eventualmente condividerla sui propri profili. L’espansione attraverso contenuti supplementari e un’attenzione crescente verso strategie di audience engagement integrate alla narrazione, fa apparire il mondo narrativo più ricco e coinvolgente, innescando positivamente una propensione maggiore al passaparola e, quindi, alla promozione grassroots.

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Inoltre, le tre pagine social esclusivamente dedicate alla fiction (Twitter, Instagram, Facebook) sono attive sia durante la settimana, attraverso la pubblicazione di immagini, video e grafiche per destare curiosità e suspence, sia durante la messa in onda in prime time, per stimolare conversazioni e interazioni intorno al programma. Per ciascun appuntamento, infatti, un personaggio della fiction, attraverso un profilo costruito ad hoc, interagisce con i fan commentando l’episodio, scattando selfie, retwittando e soddisfando così le esigenze di utenti sempre più multiscreening.

È Arrivata la Felicità sta contribuendo ad estendere il pubblico delle fiction in onda sulle reti generaliste, non più esclusivamente impegnato alla mera visione settimanale su RaiUno, ma attivo e partecipe nel corso della settimana attraverso più piattaforme. Offrendo originalità e frequenza di contenuti, questo prodotto sfrutta sapientemente lo spazio web, diversamente dalla pioniera “Tutti Pazzi per Amore” il cui spazio online ha mantenuto, soprattutto durante la prima stagione, una rilevanza “periferica”. Investire su sceneggiatori giovani ed emergenti può sembrare rischioso, ma gli ascolti lusinghieri della fiction (più di 4 milioni di telespettatori) e gli ampi volumi di traffico generati online, confermano il bisogno da parte del pubblico italiano di “una ventata d’aria fresca”, di un linguaggio articolato e innovativo, di un coinvolgimento diretto con le storie narrate nella fiction e di cercare, insieme ai protagonisti della serie con le loro peripezie e stravaganze, un po’ di felicità.

 

 

 

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